Nel nostro ultimo articolo vi abbiamo raccontato, anche grazie alla preziosa testimonianza dell’HR Business Partner Mauro Corteggiano, quali sono state le sfide e le soluzioni messe in campo per portare a termine con successo la selezione per un Medico Endocrinologo per l’Ospedale di Piancavallo dell’Istituto Auxologico Italiano, eccellenza nell’ambito della sanità italiana che opera nei settori della ricerca biomedica e dell’assistenza sanitaria di alta specializzazione.
Oggi vogliamo farvi sentire un’altra voce, quella di Riccardo Pasquali, un altro dei protagonisti di questo percorso ad alta quota, ovvero il Medico specializzato in Endocrinologia che ha superato brillantemente l’iter selettivo e ha deciso di compiere una scelta importante, di lavoro ma anche di vita, trasferendosi anche in un’altra Regione per cogliere questa opportunità.
L’abbiamo incontrato dopo tre mesi dall’ingresso in Auxologico per approfondire le motivazioni che l’hanno spinto a prendere questa decisione e per conoscere meglio le prime impressioni riguardo al percorso che sta percorrendo.
Ecco come ci ha risposto.
Raccontaci qualcosa del tuo percorso: per quale motivo hai scelto di intraprendere la professione medica? Come mai hai deciso di specializzarti in Endocrinologia?
Sin da bambino sono stato sempre affascinato dalla figura del medico. Nel corso degli anni questa passione, unita al desiderio di rendermi utile per il prossimo nonché ad una profonda inclinazione scientifica, è cresciuta sempre più e mi ha portato a scegliere questo percorso accademico e professionale che, per quanto lungo e impegnativo, mi ha già regalato enormi soddisfazioni e sono certo continuerà a farlo in futuro.
La scelta di specializzarmi in Endocrinologia e Malattie del Metabolismo è stata invece frutto del grande interesse suscitato in me dalla materia sin dagli anni dell’università, anche per via dell’enorme impatto epidemiologico e socio-sanitario che il diabete e i quadri dismetabolici esercitano nella nostra epoca: una sfida medica senza precedenti, che richiederà grande impegno ad ogni livello per essere fronteggiata.
Conoscevi già l’Istituto Auxologico Italiano? Cosa ti ha spinto a candidarti per una loro opportunità?
Durante gli anni della specializzazione a Milano sono entrato in contatto più volte con la realtà di Auxologico (sia tramite i pazienti stessi che per vie accademiche) e mi sono fatto l’idea di una realtà ospedaliera e scientifica di altissimo profilo, in grado di offrire al malato le migliori opzioni diagnostico-terapeutiche e di mantenere al contempo un livello di eccellenza in termini di ricerca clinica e pubblicazioni scientifiche. Una volta conclusa la specializzazione, candidarmi per un’opportunità professionale in questo contesto mi è sembrata la via migliore per proseguire la mia carriera da neo-specialista.
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Avevi già svolto dei percorsi selettivi per professioni in ambito sanitario? Come ti sei trovato nel percorso selettivo di SCR –MediCare e quali differenze hai riscontrato?
Mi sono trovato trovato da subito a mio agio con il percorso selettivo SCR- MediCare.
Ho avuto modo di relazionarmi con professionisti competenti e disponibili che mi hanno messo in contatto con la realtà di Auxologico.
Il colloquio con il mio futuro Primario (Prof. Scacchi) e il Direttore di sede (Ing. Fresa) mi ha permesso infine, con mia grande soddisfazione, di ottenere l’incarico. Il mio giudizio sull’operato e le modalità di selezione di SCR-MediCare è certamente positivo.
Per accettare l’opportunità dell’Istituto Auxologico Italiano, ti sei trasferito dalle Marche al Piemonte, affrontando un cambio di vita oltre che lavorativo: cosa ti ha spinto a prendere questa scelta? Come hai vissuto (e stai vivendo) questo cambiamento?
Il trasferimento in una Regione diversa dalla propria comporta chiaramente una serie di sfide sotto molti punti di vista. Per quanto mi riguarda, credo che il confrontarsi con situazioni e ambienti nuovi rappresenti sempre una possibilità di crescita individuale; nello specifico, sono stato mosso in particolare dalla volontà di proseguire il mio percorso professionale come medico neo-specialista in una struttura sanitaria di punta a livello nazionale (e non solo) nel mio specifico settore di interesse, dove l’attività clinica e l’attenzione per il paziente si fondono e si completano a vicenda con la ricerca e la produzione scientifica.
Da agosto hai iniziato il tuo percorso nell’Istituto Auxologico Italiano: è come lo avevi immaginato? Come sono andati questi primi mesi?
Questi primi mesi trascorsi in Auxologico sono stati sicuramente fruttuosi per me. Ho avuto modo di conoscere molti colleghi, non soltanto estremamente competenti dal punto di vista medico ma anche cordiali e alla mano, che mi hanno fatto subito sentire parte del team.
La casistica di pazienti è ampia ed eterogenea e permette ad un giovane medico come me di fare quotidianamente esperienza con casi clinici complessi e stimolanti.
Parallelamente sto lavorando a progetti di ricerca clinica e a breve inizierò anche l’attività ambulatoriale nella sede verbanese di Auxologico Villa Caramora. Complessivamente non posso dunque che dirmi soddisfatto e fiducioso per il futuro.
Daresti un consiglio a chi vuole intraprendere un percorso di specializzazione in ambito medico/sanitario?
Il consiglio che mi sento di dare ai giovani che intendono diventare medici è di seguire la propria passione fino in fondo, senza scoraggiarsi per gli ostacoli e le difficoltà che inevitabilmente incontreranno lungo il proprio cammino ma proseguendo sempre a testa alta con impegno e dedizione fino al coronamento del proprio sogno.
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