Tra pochi giorni si terrà l’evento “Cantieri di Felicità“, un’occasione per condividere esperienze e metodi per migliorare l’organizzazione partendo dal benessere delle persone che ne fanno parte.
A conclusione di questa giornata, dopo gli interventi di Osvaldo Danzi, Elisa Morigi, Luigi Pittalis e Marinella Maccarrone avremo il contributo di Padre Natale Brescianini, monaco benedettino nonchè formatore e spiritual coach. Dopo una formazione classica e teologica, nel 1996 entra nella Comunità Benedettina dove intraprende il proprio cammino religioso. Dal 2006 inizia a collaborare con le aziende nella realizzazione di percorsi formativi e di coaching che si rifanno alla Regola di San Benedetto.
Il suo intervento “Siamo fatti per il giardino e non per il deserto” si concentrerà sull’importanza di creare un circolo virtuoso nei contesti che viviamo quotidianamente, come quello aziendale, per migliorare l’ambiente per noi e chi ci sta intorno.
Perché hai scelto di dare il tuo contributo ad un workshop su “Cantieri di Felicità”?
Per due motivi: il primo è perché amici mi hanno messo in contatto con SCR; può essere banale, ma per me la qualità della relazione fa la differenza.
Inoltre il titolo per me è una bellissima sintesi del senso di un monastero: essere cantiere di felicità. Ma forse lo dovrebbero essere un po’ tutti gli spazi e i tempi che frequentiamo e non solo nel weekend.
Approfondire il tema relazionale: deserto e giardino, puoi anticipare qualche elemento del tuo discorso?
Essendo un monaco benedettino, partirò da un versetto della Bibbia, precisamente Libro della Genesi, capitolo 2 versetto 15: “Dio pose l’essere umano nel giardino perché lo coltivasse e lo custodisse”.
Due sono i giardini in cui siamo stati messi: noi stessi e l’ambiente che frequentiamo.
Come possono diventare giardini e non terra bruciata? Un paradiso e non un inferno?
Condividerò qualche prospettiva che una tradizione di 1.500 anni continua a portare avanti, nella speranza che possa essere valida anche per l’umano del terzo millennio.
Spiritualità e Lavoro, Contesto Aziendale e Monastero: come questi mondi possono essere vicini?
Sono vicini in quanto sono luoghi in cui ci abitano delle persone e senza le persone sarebbero sterili e vuoti. Sono vicini perché possono essere luoghi educativi e politici: educativi in quanto allenano ad una vita felici attraverso le virtù, e allora è bene chiedersi a quali virtù vogliamo allenare e le persone con cui interagiamo; politici in quanto dietro hanno una visione di essere umano e di mondo. Ogni prodotto creato e ogni servizio erogato narrano una visione di mondo; come clienti/consumatori possiamo decidere di costruire un mondo scegliendo cosa comperare e cosa no.
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