Quando abbiamo letto le prime notizie trapelare sui social network, alcuni di noi hanno pensato ad uno scherzo o alla promozione di un nuovo film di azione. Poi però sono arrivati gli approfondimenti nelle edizioni straordinarie dei tg e le conferme dai capi di Stato di tutto il mondo e così abbiamo realizzato che quello che stavamo vedendo era reale.
Il 2021 parte con uno degli eventi più sconvolgenti per le democrazie di tutto il mondo: il 6 gennaio un sostenuto gruppo di sostenitori del Presidente in uscita Trump ha fatto irruzione, alcuni armati, all’interno del complesso di Capitol Hill, centro della democrazia americana, dove il Congresso era riunito per certificare l’elezione del nuovo Presidente Joe Biden. E mentre sui social network circolavano video, polemiche e quel sarcasmo tipico del web, io guardavo quelle immagini tra l’attonito e il dubbioso, pensando:

cosa spinge persone qualunque, madri/padri di famiglia, lavoratori comuni, studenti, ad assaltare la Casa Bianca e a profanare il principale simbolo della democrazia in virtù di brogli elettorali, tanto citati ma mai confermati?

Gli esseri umani hanno una tendenza evolutiva a seguire i leader carismatici, anche quelli che promuovono distinzioni tra “noi e loro” o la “superiorità del noi”. In un’epoca in cui i social media hanno imparato che l’odio mantiene la nostra attenzione, è più probabile che gli esseri umani seguano i leader che alimentano la nostra capacità non solo di indignazione ma anche di rabbia. Gli psicologi sociali Kelman e Hamilton, nel libro “Crimini di obbedienza”, esaminano il lungo elenco di esperimenti nella tradizione degli studi sull’obbedienza di Milgram e concludono, con prove evidenti, che alti gradi di empatia non riescono impedire alle persone di seguire l’ordine di danneggiare gli altri. In tempi di grande paura e sconvolgimento, come quelli che stiamo vivendo in questi anni, la maggior parte delle persone guarda ai leader e cerca compagni, quindi un leader che voglia acquisire potere sugli altri potrebbe instillare paura e confusione, attribuire problemi ad altri, incitare all’odio “giustificabile” verso terze parti e descriversi come la migliore (o l’unica) fonte di sicurezza e chiarezza, oltre ad essere l’unico a poter sconfiggere “gli altri”. Per coloro il cui senso di responsabilità personale è compromesso o debole, è probabile che seguire il leader significa fare azioni che violano la propria morale abituale.

Vorrei ora provare ad approfondire quello che è successo facendo riferimento ad alcune note teorie della psicologia sociale e dei gruppi, evidenziando anche cosa possiamo apprendere da questo “comportamento collettivo” che ci sembra così inspiegabile.

Teoria della convergenza

Sviluppata dallo psicologo Floyd Allport, la Teoria della Convergenza sostiene che i partecipanti al comportamento collettivo sono abbastanza razionali riguardo alla loro attività. Come la maggior parte delle persone, hanno ambizioni che non sono in grado di realizzare nella loro vita ordinaria; invece di non esaudirle, scelgono di andare in determinati ambienti dove possono mettere in atto quei desideri e, una volta lì, trovano molti altri che condividono questi obiettivi. In questo senso, la folla non è propriamente la causa del loro comportamento ma il risultato delle scelte individuali. Le persone convergono. Gli interessi si allineano.
Si può dire lo stesso di molti di coloro che hanno assalito il Campidoglio. Sono arrivati ​​a Washington a volto scoperto, equipaggiati con ogni sorta di equipaggiamento. Hanno viaggiato in autobus e furgoni. Hanno comunicato in anticipo online. Ispirati o meno dal discorso del Presidente, sapevano cosa stavano facendo. La presenza di così tante persone che la pensano allo stesso modo ha dato loro coraggio per l’assalto.

Teoria delle norme emergenti

La maggior parte di noi pensa alla violenza di massa come a una faccenda relativamente spontanea e imprevedibile. I partecipanti si trovano in mezzo al vasto organismo in aumento che è la folla. Nessuno sa cosa succederà dopo. I sociologi Ralph Tuner e Lewis Killian non sono d’accordo con questo punto di vista. A dire il vero, il comportamento della folla è meno ordinato della maggior parte delle cose che fanno le persone, sembra scollegato dalle responsabilità di routine della vita e il suo inizio e la sua fine possono essere incerti. Tuttavia, ha i suoi schemi che sorgono, a volte, molto rapidamente.

Basti pensare ad una folla in azione: gli individui che vagavano improvvisamente si trovano improvvisamente uniti in una ricerca comune. Le persone si chiamano l’un l’altro: “Sta scappando. Inseguilo!” “C’è una finestra aperta qui!” “Gira questa macchina!” “Rompi questa porta!”

Turner e Killian insistono sul fatto che questi comandi sono nuove norme che stanno emergendo molto rapidamente, come è avvenuto a Capitol Hill, in una rapida escalation di eventi.

Teoria del valore aggiunto

Le teorie di cui sopra si concentrano principalmente sul disturbo creato dalla folla, come e perché è accaduto in quel modo. Il sociologo Neil Smelser offre una spiegazione molto più ampia nella sua “Teoria del Valore Aggiunto“, che prende in prestito un punto di vista tipico dell’economia.
Immaginiamo un’auto costruita su una catena di montaggio: man mano che l’auto si sposta su quella linea, i lavoratori aggiungono parti che definiscono sempre più il prodotto e ciascuno di questi elementi “aggiunge valore”. Alla fine, appare un prodotto completamente assemblato. Gli eventi sociali, comprese le forme di comportamento collettivo, non sono così diversi. Il prodotto finito, in questo caso un tumulto, è il risultato di determinate condizioni preesistenti. Smelser ne identifica quattro:

  • Deformazione strutturale: le insurrezioni sono risposte a problemi sociali percepiti che inducono i loro autori a sentirsi frustrati, bloccati o arrabbiati;
  • Credenze generalizzate: per avere successo, le insurrezioni devono avere una persona o un gruppo da incolpare e qualche rimedio per l’ingiustizia percepita;
  • Fattori precipitanti: queste condizioni e credenze possono persistere per anni, perché si verifichi un’azione concertata, deve accadere un evento (o una serie di eventi);
  • Mancanza di controllo sociale; tuttavia l’insurrezione pubblica potrebbe non verificarsi, questo perché le forze dell’ordine monitorano attentamente i gruppi estremisti e contrastano i loro complotti.

Questa analisi non ha certamente la pretesa di essere esaustiva rispetto alle cause che hanno portato all’assalto a Capitol Hill, ci sono tanti motivi socio-economici, politici ed etici per cui le persone si uniscono alle proteste. Ritengo tuttavia che analizzare le dinamiche odierne sulla base di teorie “storiche” sia importante in quanto ci permette di trovare un fil rouge nei meccanismi che guidano il comportamento umano e di imparare dalla storia le conseguenze di certi eventi e azioni.
A mio parere, tuttavia, niente di tutto questo giustifica un’invasione del Congresso, nè scusa la diffusione di false informazioni da parte di un leader per mobilitare gruppi frustrati, i suoi sforzi per convincerli che altri cittadini sono loro nemici, o il suo incoraggiamento a interferire con le responsabilità stabilite dai legislatori. Men che meno quando il suo motto è “Law & Order“.

 

Crediti delle foto:
copertina: it.euronews.com
corpo dell’ articolo: il Messaggero

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2 Commenti

  1. Riflessione interessante, pensavo si potesse inserire anche qualche accenno alle teorie di Le Bon, ma ritengo che siano un po’ troppo datate anche se il concetto di anomia è affascinante e di veloce comprensione. Ben fatto

    • La ringrazio per il commento; la psicologia delle folle di Le bon è una pietra miliare; le teorie successive hanno un debito di riconoscenza in tal senso. L’idea di folla come “contagio” del singolo, capace di rendere l’eterogeneo omogeneo ed il conseguente “imbarbarimento” delle persone che ne fanno parte. L’articolo ha voluto dare spunti e luci diverse sulla questione, fornendo indicazioni di altri approcci e teorie; dando per scontato il contributo di Le Bon. Ha fatto un ottima osservazione e, nel caso dovessi ritornare a parlare di argomenti simili, provvederò ad integrare questi aspetti in future riflessioni. Cordiali saluti

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