Ricordo ancora quando i miei genitori dicevano: questi giovani proprio non li capiamo, senza veri valori, senza veri interessi. Ed io mi avviavo verso la giovinezza e nella mia mente i più grandi interrogativi ed aneliti di giustizia si scontravano creando aspirazioni, sogni, desideri ed anche una profonda struttura valoriale che poi, nella vita mi ha permesso di fare scelte a volte incomprensibili ai più.
Mi ritrovo, adesso, che oramai guardo alle nuove generazioni con fare curioso e non mi accontento delle facile letture sommarie: “non sanno cosa vogliono, sono disorientati, non hanno più grandi ideologie di riferimento”. Questi giovani sembrano lontani millenni dalla generazione che li precede.
Le nuove possibilità tecnologiche hanno creato un divario enorme tra “noi” e “loro”. Ma basta cambiare punto di vista, avvicinarti ed ascoltare: si potrebbe rimanere inebriati da quello che si coglie.
I giovani di adesso, i Millennials e la Gen Z, quelli che non ti guardano negli occhi perché persi in un mondo virtuale, quelli senza più grandi ideologie di riferimento, quelli che cambiano lavoro spessissimo perché presi da un sistema di precariato che sviluppa in modo incredibile la loro flessibilità, sono una platea di persone dalla quale poter imparare tantissimo.
Approfondisci questo argomento leggendo “Attaccamento al lavoro e valori: generazioni a confronto”
Le scelte che caratterizzano i nostri “ragazzi” sono date da elementi valoriali insospettabili: la cura dell’ambiente, la sostenibilità di filiera del prodotto, il ritrovarsi in un ambiente che è anche bello, di quella bellezza data dall’arte, dalla cultura, dal volersi porre e sentire vicino anche con il vicino di chat social, che magari vive in un Paese lontanissimo e che poi così diverso da noi non è.
I valori delle nuove generazioni
Stiamo lavorando presso clienti legati al mondo dell’alimentari e della ristorazione, ci ritroviamo tutti i giorni a conoscere giovani che si muovono in ambienti complessi ed il più delle volte con una tutela del lavoro non sempre semplice e non sempre comprensibile: la grande sorpresa è sentire che per loro, questi giovani così sconosciuti, il valore del team, il valore dell’armonia vale tantissimo. Il poter sperimentare che con la qualità, sia del prodotto che del servizio, si arriva a conquistare il cliente ed a fidelizzarlo, sono concetti per loro fondamentali ed in qualche modo già insiti nella loro modalità di lavoro e nel loro concetto di “soddisfazione lavorativa”.
Il poter dire: “lavoro in un posto etico, i fornitori li conosco e con loro condivido le difficoltà di una filiera sostenibile, faccio parte di qualcosa nella quale sono orgoglioso di riconoscermi” è uno del principali fattori motivazionali per questi ragazzi.
E oggi posso dire grazie a questa gioventù che sembra così disincantata ed invece cerca semplicemente altro dal mondo a cui vuole appartenere, dico grazie a questi giovani dai quali così tanto sto imparando. Noi adulti, noi imprenditori dovremmo stare maggiormente in ascolto, dedicare più tempo alla loro possibilità di aprirsi, di raccontare cosa voglia dire per loro muoversi n questo mondo così complesso – e per certi versi decadente – che gli stiamo lasciando in mano.
Insieme costruire dei significati in un un’ottica che sia di reciproca integrazione: noi e la nostra esperienza, loro ed il loro desiderio di incidere, di poter dire “io conto qualcosa nel poter realizzare il mio mondo migliore”.
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