L’inserimento di una risorsa junior all’interno di un’azienda è un processo che necessita di una particolare attenzione nella fase di selezione. Per trovare la persona giusta non è sufficiente valutare il candidato per come è oggi, ma occorre immaginare la sua crescita in prospettiva, capire se l’azienda può soddisfare le sue aspettative anche nel lungo termine, valutare in che modo potrà applicare le competenze possedute ad oggi e quali potrà sviluppare in futuro secondo la sua indole e i suoi obiettivi.
Per questo motivo, in SCR valutiamo attentamente il potenziale dei candidati giovani attraverso approfonditi colloqui di selezionee test psicoattitudinali specifici.
Grazie alla qualità di questo processo, inseriamo candidati junior che crescono all’interno dell’azienda fino a ricoprire posizioni di responsabilità. È questo il caso diAndrea Saporetti che, inserito in Solo Affitti spa come tirocinante, oggi è diventato Responsabile Formazione e Ricerche di Mercato.
Abbiamo parlato con lui del suo percorso.
Imparare è come remare controcorrente, se ti fermi torni indietro
Ciao Andrea, è con un emblematico proverbio cinese che ti presenti alla tua rete di LinkedIn. Perché hai scelto queste parole per presentare il tuo lavoro?
Come Responsabile della Formazione del franchising immobiliare Solo Affitti, mi occupo ogni giorno di accompagnare nuovi o meno nuovi imprenditori nel proprio percorso di crescita, tanto professionale quanto imprenditoriale.
La formazione serve per emergere, nella fase di start up: questo è ovvio. Ma in un mercato competitivo come quello attuale, anche una volta raggiunta una certa tranquillità, direi una “comfort zone”, nel nostro mercato di riferimento grazie alle competenze acquisite nel tempo, il rischio di addormentarsi sugli allori può essere l’inizio di un -più o meno lento- declino.
Il mercato cambia ad una velocità impressionante e modelli imprenditoriali validi fino a pochi anni fa oggi sono del tutto inefficaci. Non c’è scelta: o siamo i primi a lavorare su un costante miglioramento e aggiornamento delle nostre competenze e capacità, oppure qualcun altro attorno a noi lo farà e rimarremo indietro, vanificando gli sforzi con cui ci eravamo conquistati la nostra posizione in passato.
Iniziamo dal tuo percorso in Solo Affitti: oggi hai un ruolo di responsabilità nella delicata area dell’Ufficio Studi, ma sei entrato nella struttura aziendale come tirocinante. Com’è avvenuta la crescita? E quando hanno contato le competenze tecniche rispetto a quelle personali?
Le seconde sono state l’innesco delle prime.
Certo, senza le competenze tecniche acquisite durante gli studi universitari non sarei mai riuscito ad organizzare le attività di un Ufficio Studi di un network immobiliare partendo da zero, o poco più. Quella di gestione delle ricerche di mercato nel settore immobiliare è un’attività nella quale devi possedere competenze tecniche di base che ti permettano da un lato di saper lavorare i dati e dall’altro di riuscire a trarre dai risultati delle analisi condotte significati economici di interesse per il tuo target, nel nostro caso per la stampa e i media, più in generale.
Ma per chi, come me, dieci anni fa stava entrando nel mondo del lavoro le sole competenze tecniche non bastavano. La determinazione, l’impegno, la (maniacale?) precisione in ciò che faccio, ma anche l’essere appassionato all’analisi dei fenomeni quantitativi -retaggio della facoltà di economia-, così come alla scrittura e alla divulgazione -retaggio del liceo classico- sono state basi fondamentali per riuscire a gestire in autonomia l’attività dell’allora neonato Ufficio Studi di Solo Affitti.
Non abbiamo potuto fare a meno di notare il progetto Blogaffitto, l’evoluzione editoriale in digitale del gruppo che avete definito “dialogica per definizione” :ma perché pensi che in ambito sia educativo che comunicativo ci sia bisogno ancora di uno spazio del genere per le aziende?
Tutti ti vogliono sempre vendere qualcosa. E il settore immobiliare non è certo immune da questa logica.
Creare uno spazio di informazione per chi vive quotidianamente il mondo dell’affitto, come proprietario o come inquilino, serve ad abbattere le distanze, a far conoscere e riconoscere la professionalità di Solo Affitti senza che il lettore debba sentirsi sempre in guardia, pronto a schivare la pubblicità o la marketta di turno.
Se il continuo aggiornamento del lettore su un argomento, quello dell’affitto, trattato poco e male sul web, viene riconosciuto di valore, quel lettore si fiderà di te come professionista e diventerà un giorno anche tuo cliente, senza che tu debba rincorrerlo e annoiarlo a colpi di spot.
Si tratta senza dubbio di un modo soft, forse più lento di altri, ma senza dubbio efficace, di accreditarsi agli occhi del potenziale cliente come professionista capace ed affidabile, saltando la barriera psicologica creata dal continuo bombardamento pubblicitario a cui siamo esposti su ogni canale di comunicazione.
Potrebbe essere questo anche un modo per avvicinare un pubblico più giovane ai temi della formazione professionale?
Ritengo imprescindibile oggi, nel settore della formazione e della crescita professionale, l’utilizzo di strumenti quali blog, social network e video. Non solo, e non principalmente, perché più utilizzati rispetto ad altri dalle giovani generazioni. Soprattutto, sono utili perché sono in grado di incuriosirci, di ispirarci, di farci riflettere su noi stessi e su ciò che ci circonda; sono perfetti per parlarci, per interloquire con noi, per raccontarci un punto di vista su ciò che ci circonda -anche sul mondo del lavoro- senza dovercelo imporre.
Sono cioè particolarmente adatti a creare in noi la consapevolezza di un fabbisogno formativo di cui abbiamo solo parziale consapevolezza, senza tuttavia scontare l’effetto professorale che notiamo quando qualcuno ci dice che abbiamo dei gap da colmare. Un articolo di blog letto per un po’ per caso, un po’ per curiosità su un social network, che ci parla degli skills più ricercati nel mercato del lavoro può farci riflettere sull’importanza di darci da fare e iscriverci finalmente a quel corso di inglese che, in cuor nostro, sappiamo che potrebbe dare una svolta alla nostra carriera.
Come pensi sarà il futuro della libera professione e, in generale, delle figure dedicate ad analisi, ricerca, mediazione e comunicazione tra i diversi attori di mercato?
Per fare il mediatore non bisogna più essere bravo di parlantina e saper circuire di parole i clienti interessati a comprare, vendere, affittare una casa. Certo, le competenze negoziali sono ancora tra le più ricercate: sono la base del mestiere e la fonte del successo di un professionista immobiliare. Noto, purtroppo, che né a scuola, né all’università ci si concentra sulla formazione degli studenti su skill tanto richiesti dalle aziende: basti vedere la quantità di annunci di ricerca lavoro per figure come il sales account, l’account manager e simili.
Tuttavia, il mercato è cambiato e, in particolare, è aumentata la consapevolezza della clientela. Fino a quindici anni fa la professione del mediatore fondava il proprio successo sull’asimmetria informativa tra i clienti e il professionista: riguardo ai prezzi di mercato, agli immobili disponibili per lo scambio, alla normativa del settore.
Che tipo di competenze sono oggi richieste, e verranno richieste sempre più, ai giovani con un potenziale di crescita in queste aree, quindi?
Oggi internet ha spazzato via la gran parte di quel vantaggio informativo nelle mani dell’agente d’affari in mediazione. I prezzi di mercato e gli immobili a disposizione sono a portata di click per chiunque, sui principali portali immobiliari. Il cliente, inoltre, è più informato e preparato di un tempo sulle normative di settore: di acquirenti, venditori, proprietari e inquilini sprovveduti se ne vedono sempre meno.
Per questo il professionista dell’intermediazione, per non soccombere di fronte alla disintermediazione che internet ha portato con sé, deve necessariamente creare valore, alzando l’asticella della professionalità.
Come? La strada è quella di diventare il punto di riferimento unico per il cliente nella gestione della transazione immobiliare, facendo in modo di:
- assicurare maggiore velocità alla transazione e un migliore prezzo di scambio, padroneggiando al meglio le opportunità che il web offre come catalizzatore degli scambi, ma essendo anche in grado di proporre servizi innovativi di marketing immobiliare come l’home staging
- garantire la sicurezza dell’affare, sia gestendo con competenza le pratiche contrattuali e post-contrattuali e mettendo al riparo gli attori del mercato dai rischi dovuti a una scarsa conoscenza della materia, sia sapendo fare da tramite per i servizi accessori all’operazione immobiliare (prodotti assicurativi, finanziari, servizi di gestione utenze, partnership con arredatori, etc).
Insomma, serve ampliare la propria sfera di influenza in ottica multi-servizio, diventando non solo mediatori di case, ma anche punti di riferimento per il cliente riguardo all’intera transazione. Alle sole competenze del bravo commerciale servirà sempre più affiancare gli skills tipici di un agente di comunicazione e di un social media manager, di un geometra e di un architetto, di un commercialista e di un legale, di un mediatore assicurativo e di un agente finanziario.
Lasceresti un consiglio ai candidati che sentono di non aver trovato ancora la propria strada o a quelli che volessero ripercorrere i tuoi stessi passi?
Guardatevi dentro e capite cosa sapete fare meglio di altri. È qualcosa che può essere utile per qualche azienda? Capite in quale settore quelle potenzialità che avete dentro potrebbero essere un valore aggiunto. A quel punto vi basterà comprendere in cosa migliorarvi, cosa studiare e su cosa aggiornarvi, per diventare dei professionisti richiesti e ambiti in quel settore. Certo, facile a dirsi, meno facile a farsi. In ogni caso, in bocca al lupo!
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