Un anno fa su queste pagine vi parlavamo per la prima volta di MediCare, la piattaforma specializzata nella selezione di personale medico-sanitario nata dalla collaborazione tra SCR e DoctorsWork!. Da allora la divisione si è consolidata, ha ampliato il proprio network nel settore e ha ottenuto risultati interessanti con l’inserimento di professionisti in ruoli manageriali per importanti strutture dell’ambito sanitario, alcuni dei quali vi abbiamo raccontato nelle nostre Storie di Lavoratori.
Oggi vogliamo quindi approfondire cosa è cambiato in questi mesi e quali sono le linee guida ormai consolidate che continueranno ad orientare l’operato di MediCare in futuro. Lo facciamo insieme ad Andrea Galvani, medico specializzato e fondatore di DoctorsWork! e MediCare.
Nella sua intervista, approfondiamo il rapporto stretto tra SCR e DoctorsWork!, le modalità di lavoro e soprattutto i valori di MediCare e quali sono gli obiettivi della divisione per il prossimo futuro.
Insieme ad SCR, un anno fa hai fondato MediCare, la divisione specializzata nella ricerca di personale medico-sanitario. Tirando le somme, cosa senti di aver ottenuto in questo primo anno?
Doctorswork! nasce circa dieci anni fa come piattaforma di temporary placement per giovani medici neo-laureati (quindi non specialisti). Questa resta l’anima fondante di DsW! Ma nel tempo tanti di questi medici chiaramente sono cresciuti e si sono specializzati, quindi quando è nata la possibilità di collaborare con SCR per trovare opportunità lavorative interessanti per i giovani specialisti, l’occasione era perfetta perché ci avrebbe permesso di offrire un ulteriore servizio agli stessi medici già iscritti oltre che ad ampliare il nostro network.
Sicuramente questa esperienza mi ha permesso di imparare tanto del mondo delle HR e delle caratteristiche da ricercare quando si vuole trovare il matching perfetto tra struttura sanitaria (privata e/o convenzionata) e candidato nel caso di collaborazioni permanenti e non più solo temporary come era per DoctorsWork! all’inizio.
Analizzare e specificare condizioni lavorative, assicurarsi che onorario proposto sia in linea con competenze ed esperienza del medico, accertarsi, in pratica, che l’offerta sia sempre di alta qualità.
Durante questa collaborazione, hai conosciuto la modalità di lavoro di SCR: cosa ti ha colpito di più?
Mi ha colpito la capacità di ogni professionista di essere multitasking ed estremamente capaci nel problem solving. Inoltre ammiro molto il metodo di selezione del personale che ritengo estremamente efficace, potente e veloce.
Da medico invece, cosa ne pensi del processo di MediCare? Quali differenze vedi rispetto ai percorsi selettivi di altre società?
Da medico, la cosa che apprezzo molto in MediCare è che non tutte le richieste vengono automaticamente contrattualizzate. Mi spiego meglio, in MediCare è presente un pre-filtro basato sull’esperienza, su competenze tecniche ma anche su una profonda etica del lavoro che seleziona solamente opportunità serie, realistiche e ben retribuite. Nella pratica questo si traduce anche nel saper dire “no” o attivare trattative per garantire maggiori standard di qualità. E magari si rischia anche di avere un numero di clienti inferiore, ma il livello di successo è altissimo e la customer satisfaction anche. Con questo processo si fanno gli interessi sia di chi offre lavoro che di chi lo cerca riuscendo a creare dei match solidi e soddisfacenti.
Parlando più in generale del mercato del lavoro, ti sembra cambiato rispetto ad un anno fa? Quali sono le caratteristiche principali del mercato del lavoro in ambito sanitario oggi?
La pandemia da coronavirus e tutto quello che ne è susseguito dal punto di vista politico e burocratico per far fronte all’emergenza hanno sicuramente causato un grosso terremoto nel mercato del lavoro sanitario in Italia. E questo lo si è notato sia nell’ambito pubblico che in quello privato. In quest’ultimo ad oggi posso dire che si presta molta più attenzione alle esigenze, richieste e necessità del medico e l’offerta è molto più in linea rispetto al passato.
Quali aspettative e richieste provengono dai medici che contattate?
In linea generale le esigenze del professionista medico si possono riassumere in 3 macro categorie:
- Aspettative economiche: il professionista medico (come tutti i professionisti) vuole migliorare la sua posizione e quindi cambiare lavoro potenzialmente vuol dire avere anche dei vantaggi dal punto di vista economico. Ma non solo questo, è molto importante oggi che la retribuzione sia in linea con l’esperienza e il Curriculum. Se un medico ha conseguito titoli, certificazioni o master, ecc. è giusto che le sue conoscenze vengano riconosciute e ricompensate.
- Opportunità professionali: volume dell’attività, livello di eccellenza o potenziale crescita all’interno di una determinata unità operativa e/o struttura
- Benefit ulteriori: opportunità di fare libera professione, opportunità di fare ricerca, di collaborare con altri team/centri, ma anche la possibilità di ricevere indennizzi o l’alloggio.
Quale è il tuo parere rispetto alla gestione della selezione delle strutture sanitarie? Quali consigli ti senti di dare a queste strutture per migliorare nella selezione e nella gestione dei propri medici?
Forse può sembrare un po’ retorico, ma a mio avviso la cosa fondamentale che le strutture dovrebbero fare è focalizzarsi sul benessere e la felicità lavorativa del professionista. Consentire al medico di fare quello che sa fare, esprimere le sue competenze ed esercitarle al meglio, avere quindi un ambiente di lavoro stimolante nel quale possa esprimersi, dare il massimo e crescere. Questo porterà vantaggi non solo al singolo professionista, ma anche ai percorsi di cura, quindi ai pazienti, e all’intera struttura.
Nel mercato del lavoro in generale si sta diffondendo molto la cultura dell’ “Employer branding” e così dovrebbe essere anche nel mondo sanitario. Le strutture dovrebbero iniziare a curare la propria reputazione a partire dalla soddisfazione dei propri collaboratori offrendo come valore aggiunto anche la qualità del lavoro e il benessere, oltre agli aspetti concreti (retribuzione, benefit, ecc.).
Tornando a MediCare, cosa ti aspetti da questa collaborazione in futuro?
In primis mi aspetto che il progetto MediCare assuma sempre più importanza nel contesto nazionale. Sicuramente mi piacerebbe che MediCare si allargasse ad altre professioni sanitarie altrettanto centrali nei percorsi di cura, diagnosi e terapia come infermieri e tutte le professioni sanitarie. Infine, un piccolo grande sogno nel cassetto sarebbe aprire il progetto verso l’Europa, quindi poter offrire opportunità lavorative anche a colleghi di altre nazionalità.
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