Grazie alla collaborazione con il gruppo “Fior di Risorse” circa un anno e mezzo fa ho assistito ad un seminario sul Design Thinking.

“Cos’è il Design Thinking?” direte voi. Ebbene, fino all’anno scorso non avrei saputo rispondere neanche io, sapevo solamente che era una metodologia di pensiero basata sulla creatività utilizzata principalmente dagli architetti e dai creatori di design. Tradotto: ero profondamente curiosa e volevo approfondire. Proprio per questo motivo partecipai al seminario con un certo interesse.

Entrata in aula, mi trovai di fronte un ragazzone italiano vestito come un rapper afro americano che iniziò a raccontarci di come aveva applicato il processo metodologico del Design Thinking per definire un nuovo dispenser per le medicine delle persone anziane. E come l’aveva applicato? Andando in casa degli anziani ed intervistandoli su come usavano le pillole, dove le posavano, come le suddividevano. Non aveva creato un oggetto più bello – come si sarebbe potuto pensare considerando la parola Design – aveva creato un oggetto più utile.

Aveva risposto al bisogno delle persone partendo dalle persone stesse e rivoluzionando il metodo di considerare e valutare il bisogno.

Aveva messo il consumatore (in questo caso gli utenti) al centro per strutturare un prodotto che potesse davvero rispondere alle esigenze, manifeste e non.

Inutile affermare che questo tema ha decisamente solleticato la mia fantasia ed ho voluto approfondire. Volevo capire come il Design Thinking (i cui antenati risalgono al lontano 2001) stava cambiando e come la sua metodologia poteva essere usata per aumentare consapevolezza, coinvolgimento e senso di partecipazione anche in tutte le “pratiche” relative alle risorse umane. Avevo trovato moltissima affinità tra l’ideologia del Design Thinking e la vision che SCR porta avanti da sempre e volevo entrare nella complessità del metodo per comprendere fino a che punto questo concetto poteva essere interessante per noi.
Così io ed il mio team siamo andati ad incontrare molti studiosi che applicano e portano avanti la ricerca sul Design Thinking e abbiamo scoperto che la metodologia si è evoluta negli anni a seconda degli scopi e dei settori in cui veniva utilizzata. Attualmente sono 4 le metodologie più strutturate e utilizzate:

  • Creative Problem Solving

    Il Design Thinking originale, orientato alla risoluzione di un problema in modo creativo. Le sue tecniche facilitano l’innovazione di pensiero con modalità che attengo al pensiero divergente (più comunemente conosciuto come pensiero laterale)

  • Sprint Execution

    Utilizzata prevalentemente in ambito tecnico/informatico, permette di valutare la forza di un prototipo e suggerisce la sua evoluzione per rispondere nel modo migliore al mercato

  • Creative Confidence

    Un ramo del Design Thinking abbastanza recente che, seguendo l’evoluzione del suo tempo, attiene a tutte le modalità di coinvolgimento e creazione di senso a partire dai livelli più operativi. Si basa sul senso empatico, sul mettersi nei panni degli utenti e sulla comprensione che ognuno può trovare un modo più funzionale o soddisfacente di fare il proprio lavoro

  • Innovation of Meaning

    La più giovane metodologia del Design Thinking, ma anche quella più rivoluzionaria (e ovviamente quella che ci ha appassionato di più). Su cosa si basa? Per spiegarlo, dovete pensare a personaggi visionari, come fu Steve Job, che ha rivoluzionato il “significato” dell’uso del telefono cellulare. Non era più solo un cellulare, l’Iphone era qualcos’altro.

In sintesi possiamo dire che la forza del Design Thinking è proprio questa: pensare differente. Aprire la possibilità di trovare nuove modalità e nuovi mercati per oggetti o servizi che adesso non riusciamo a vedere. Alcuni la considerano quasi una nuova filosofia. Ma è proprio questo che ha attratto noi di SCR.

Il cambio di prospettiva è il cardine su cui noi pensiamo e strutturiamo i nostri servizi.

Per noi mettere la persona al centro è il presupposto imprescindibile su cui si modellano i nostri interventi ed è su questa base, e sui nostri continui approfondimenti verso le nuove metodologie come il Design Thinking, che stiamo sviluppando modi e metodi che possano accelerare le varie fasi di coinvolgimento e apprendimento organizzativo.

Muoversi dentro la complessità è per noi indispensabile e, come il Design Thinking, ci proponiamo di affinare le nostre soluzioni di intervento per aumentare la consapevolezza, non focalizzandosi sul problema, ma basandoci sull’affermazione del benessere e sulla qualità dei processi e del vivere bene l’azienda. Un benessere per noi legato ai concetti di prevenzione e di fortificazione della consapevolezza che si possa vivere la propria azienda con grande senso di appartenenza e di coinvolgimento.

Lavorando sui significati tramite la metodologia del Design Thinking e facendo riferimento al nostro background psicologico per individuare le necessità dei nostri clienti, vogliamo perseguire il nostro percorso che ci porterà sempre di più a far riconoscere il valore delle persone al centro. E, perché no, scoprire sempre nuove prospettive.

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