Quanti di voi conoscono la storiella del millepiedi e della formica? Recita così:
C’era un volta un millepiedi che camminava con le sue mille zampe tra le foglie d’erba di un prato. Una formica, anche lei a passeggio, lo vide, gli si avvicinò e cominciò ad osservarlo con curiosità. Ad un certo punto si fece coraggio ed attaccò bottone: “Scusa tanto millepiedi” – gli disse – “ma come fai a camminare così bene, senza inciampare né cadere mai, con tutti quei piedi che si muovono assieme?”. Il millepiedi si fermò tutto d’un colpo e cominciò a pensarci su…su…su ed ancora…e non riuscì più a camminare senza incespicare.
Tornando ai giorni nostri, i millepiedi sono gli imprenditori, questi strani esseri che molto spesso sono sotto la lente di ingrandimento o si sentono così e che non possono più permettersi di proseguire nella loro attività facendo come hanno sempre fatto, senza considerare tutto ciò che intorno è evoluto, non sappiamo se in meglio o in peggio, ma di sicuro cambiato. Oggi devono sapere dove e come mettere tutti i piedi. Come è possibile che quello che ha sempre funzionato, che mi ha portato a fare davvero una “impresa” oggi non sia più sufficiente? Questo pensiero sfiora gli imprenditori, chi più chi meno, chi per bisogno chi per voglia di crescere, ma quello che viene deciso poi non è affatto scontato. Anche il non prendere decisioni e rimandare diventa una scelta che può forse sposarsi con alcuni settori e condizioni aziendali, non tutti però oggi lo consentono.
Ed ecco arrivare anche le formiche dei giorni nostri che potrebbero essere rappresentate da quanti lavorano in azienda nei più svariati ruoli come ad esempio produttivi, commerciali, amministrativi, tecnici, che spesso si fanno tante domande su quello che passa per la testa all’imprenditore e magari affermano: “Se fossi io al suo posto farei questo, cambierei quello, come fa a non vedere…?”.
E allora perché non provare per un giorno ad invertire i ruoli?
Un recente programma televisivo ha fatto sì che fossero alcuni imprenditori a vestire i ruoli dei loro dipendenti. L’obiettivo era quello di analizzare le criticità, di comprendere quali miglioramenti apportare in azienda, attraverso il calarsi nei panni operativi dei diversi ruoli. Fino a che punto realtà, finzione, strategia di marketing fosse tale programma non importa.
Ci interessa piuttosto riflettere sul fatto che, se ogni tanto ci si sforzasse da una parte e dall’altra a vedere l’azienda da molte angolature, questo aiuterebbe davvero a portare avanti nel tempo e condividere non soltanto il know how, la competenza, ma anche quegli elementi un po’ “speciali” e “distintivi” di ogni azienda che spesso ahimè sono relegati ai vissuti e alla memoria del singolo, poco manifestati e condivisi.
Quale strategia migliore e più efficace per fare team building, come è di moda dire oggi, partendo dal proprio ruolo?
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