È assodato che coltivare stati mentali positivi come gentilezza e compassione migliora la salute sia fisica che mentale, favorendo il nostro benessere. Lo scrittore greco Esopo sosteneva che
“Per quanto piccolo, nessun atto di gentilezza è sprecato”.
Nell’epoca della rincorsa contro il tempo e dell’orologio che scandisce i nostri mille impegni, gli atti di gentilezza rappresentano quasi delle “inutili formalità”, come salutare il proprio vicino o ringraziare il barista per il caffè. Si potrebbe pensare che la gentilezza renda una persona noiosa o fragile, quasi fuori dal mondo, lo stesso mondo che ci vuole performanti e ambiziosi, pronti a lottare con le unghie e con i denti per raggiungere i nostri obiettivi.
Le dinamiche degli ultimi anni ci hanno portato a vedere il mondo con occhi diversi, a dare nuovamente importanza ai valori, oltre che alla cura di sé e degli altri. Tutti abbiamo sperimentato la paura e il senso di precarietà e le emozioni sono tornate prepotentemente alla ribalta.
La gentilezza nei contesti organizzativi
Questa attenzione al mondo interiore delle persone ha fatto sì che il concetto di gentilezza potesse assumere maggiore importanza anche all’interno delle organizzazioni.
Instaurare una cultura della gentilezza permette lo sviluppo della fiducia, crea spirito di squadra, supporta la produttività e permette di creare un ambiente “sicuro”, in cui gli individui possano aprirsi all’altro, portare il proprio supporto e il proprio contributo.
Cristina Milani, psicologa e consulente d’impresa, nel suo libro “La forza nascosta della gentilezza” parla del potere dei piccoli gesti negli ambienti lavorativi, da cui scaturiscono situazioni positive che portano ad appagamento e coinvolgimento in tutti membri di un’organizzazione. L’azienda può far crescere le persone e può trarne benefici enormi, sia in termini di coinvolgimento, sia in termini di valore che si genera.
La Leadership Gentile
La nascita di un nuovo modo di intendere il Leader
Di pari passo con l’ingresso nelle organizzazioni, il concetto di Gentilezza si è avvicinato sempre di più al concetto di leadership, diventando una qualità fondamentale – al pari di carisma o fermezza – per chi si occupa di guidare e sviluppare le capacità delle persone nelle organizzazioni.
Il premio Nobel per l’economia, Richard H. Thaler parla di “Spinta gentile”, ovvero della capacità di far compiere azioni senza imposizioni, bensì creando le condizioni adatte per influenzare gli altri. Applicata all’ambito aziendale, questo significa che è necessario creare relazioni che aiutino le persone ad esprimere il meglio di sé, assumersi il rischio di essere sinceri e consapevoli dei propri schemi mentali, per poter condividere insieme punti di vista, pareri e perché no, sogni.
Questa concezione ha contribuito alla nascita di un nuovo modello di Leadership, quello della Leadership Gentile: un approccio di gestione e guida delle persone mette al centro l’empatia, il rispetto e la collaborazione come pilastri fondamentali per guidare un team verso il successo. Nel periodo storico che stiamo vivendo questo rappresenta dei modelli più percorribili per aziende che mirano alla creazione di valore (Il Sole 24 ore, 2022).
Le caratteristiche della Leadership Gentile
La Leadership Gentile sfata il mito secondo cui chi dialoga è debole, o secondo cui chi rispetta gli altri perderà.
Un Leader consapevole e in grado prendersi cura di sé stesso, sarà pronto a prendersi cura anche dell’altro, poiché conoscerà i suoi limiti e i suoi punti di forza e potrà riconoscerli anche nelle persone che coordina. Così facendo, la “relazione di cura” si estende a un team e, in progressione, ne gioverà l’intera organizzazione.
Guido Stratta, direttore People and Organization del Gruppo Enel è uno dei più grandi promotori di questo nuovo modello di Leadership e sostiene con fermezza che “il manager deve necessariamente creare un’orchestra di individui che collaborano e si coordinano reciprocamente. È necessario rompere lo schema tradizionale che prevede che gli alti ruoli gerarchici si facciano affiancare da un team di simili nel tentativo di cercare di costruire repliche di sé stessi” (Il potere della leadership gentile, 2021).
La priorità del Leader Gentile è quella di creare uno spazio d’ascolto per garantire una comunicazione proficua, dove prima di spiegare ai membri del team “come fare” qualcosa, si può chiedere: “che idea hai su questo progetto?”.
Utilizzando una metafora culinaria, si può partire da un primo piatto di domande aperte, che lascino spazio e libertà di espressione, il tutto condito da un ascolto attivo e sincero. Gli ingredienti chiave di questa portata sono, empatia, ascolto e assertività. Occorre imparare ad osservare l’altro nella sua complessità, cercandone la motivazione intrinseca e ottenendo il massimo rendimento attraverso le proprie passioni e il proprio talento.
Spesso uno degli ostacoli maggiori di questo processo è il cinismo, insieme ad una sorta di tendenza che porta a replicare ciò che si è subito. Tuttavia, questa predisposizione va combattuta, competendo con noi stessi e collaborando con gli altri. È necessario prendere le distanze dalla storia che abbiamo vissuto e assumerci il coraggio di cambiarla in meglio.
Diventa anche tu un Leader Gentile
Se anche tu vuoi scoprire come influenzare i tuoi collaboratori con la “spinta gentile” e come motivare, guidare e ispirare il tuo team con autorevolezza e umanità, non puoi perderti la prima tappa della Scuola per Equilibristi Sognatori 2024.
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