Non è mica semplice mantenere sempre le stesse performance durante l’anno. È necessario, dicono alcuni, è deleterio, dicono altri, ricaricarsi e staccare la spina. Io appartengo alla categoria di chi in vacanza cerca di non essere rintracciato e rincorso dal lavoro e di conseguenza cerca di non essere stalker dei propri collaboratori quando sono in ferie.
In realtà conosco molti imprenditori che non staccano mai la spina. Lo dicono con rammarico, come se la loro azienda non potesse che essere gestita H24, 365 giorni all’anno, ma in realtà sono spaventati dall’idea di non essere indispensabili e forse anche dall’idea di smettere i panni dell’imprenditore e di vestire quelli dell’uomo qualunque.
L’imprenditore H24 è pericoloso. Pensa che tutti dovrebbero essere lavoratori H24, giudica poco affidabili i collaboratori che non sottostanno agli orari più assurdi e non si immolano continuamente e pienamente alla causa.
L’imprenditore H24 non si accorge che il suo interlocutore non è attratto come lui dal problema della gestione degli ordini alle 8 di sera del venerdì prima del ponte del primo giugno….e se se ne accorgesse, non si spiegherebbe il perchè.
L’imprenditore H24 pensa che la quantità di lavoro sia da premiare perché non sa porre obiettivi e non ha stabilito criteri di valutazione sulla qualità di quanto svolto. Per questo si circonda di lavoratori che eseguono e “fanno” tante cose a qualsiasi ora, mentre lui pensa e si rende quindi indispensabile.
L’imprenditore H24 non sa motivare i collaboratori: è scontato che un lavoratore lavori tanto e bene; è pagato per questo, mentre spesso gli errori sono sottolineati, non tollerati né gestiti in maniera formativa e produttiva per il futuro.
L’imprenditore H24 spesso è arrabbiato e quando non lo è, è triste. Pensa che tutto dovrebbe andare diversamente da come va, non si gode i frutti del suo lavoro e confonde la sua frustrazione personale per non riuscire ad essere più felice con i risultati dei suoi uomini e della sua azienda.
Essere imprenditori è molto difficile e spesso assorbe completamente. Infatti, non si dice “faccio” l’imprenditore ma “sono” imprenditore, come se questo ruolo pervadesse tutta la personalità e mettesse tutti gli altri ruoli in secondo piano o li cancellasse.
Questa sensazione di essere “ingabbiati” qualche volta dal ruolo che ricopriamo in azienda e che abbiamo voluto con impegno e perseveranza non è propria solo dall’imprenditore ma di tutti: saper svestire i panni quando sono bagnati e appesantiscono, metterli ad asciugare e nel frattempo fare una bella nuotata dentro ad un altro degli innumerevoli ruoli che abbiamo a disposizione, è una bella e facile contromisura al cronicizzarsi del malcontento.
Impara a gestire i sentimenti negativi e “La Solitudine dell’Imprenditore”
Così come dobbiamo imparare a gestire tutti gli innumerevoli ruoli che abbiamo nel mondo: mamma, papà, figlio, sportivo, amico.. così dobbiamo gestire i nostri ruoli lavorativi affinché non si prendano più dello spazio che vogliamo loro concedere e, soprattutto, affinché non ci tolgano il bene più prezioso: la felicità.
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