Le aziende in cerca di collaboratori purtroppo troppo spesso non pongono sufficiente attenzione alle modalità con le quali avviano e poi gestiscono i percorsi di selezione (e anche a come operano le società a cui le affidano esternamente).

Gli imprenditori sono ben consapevoli dell’importanza di porsi in maniera positiva verso l’esterno soprattutto nei confronti dei clienti e potenziali tali: investono in marketing, formano il personale, strutturano e formalizzano stili di comunicazione verso l’esterno e poi troppo spesso non considerano che anche incontrare candidati è un momento per parlare e far parlare di sé. Le azienda commettono errori, a volte peccano di presunzione e sufficienza nell’organizzare e gestire i percorsi di selezione.

Ecco una panoramica dei più frequenti errori che possono minare l’immagine aziendale sia nei confronti dei candidati che, in maniera più grave,nei confronti della rete di conoscenze di questi. Le raccontiamo come se fossero testimonianze (spesso lo sono) dei candidati:

  • Sono arrivato puntuale e mi hanno fatto aspettare 40 minuti nel corridoio senza neanche un posto per sedermi. La persona alla reception non sapeva chi fossi e non mi ha nemmeno offerto un bicchier d’acqua.
  • Il mio riferimento in azienda era assente, non mi hanno avvertito e mi hanno fatto fare il colloquio con la sua segretaria che non sapeva darmi nessuna delucidazione sul profilo, sul progetto, sull’assunzione. Insomma, una perdita di tempo.
  • Mi sono seduto e il mio interlocutore ha iniziato a farmi domande senza qualificarsi, senza dirmi quale fosse la sua funzione in azienda e il suo ruolo. Ha incalzato perché evidentemente aveva fretta e non mi sono sentito né ascoltato, né apprezzato. Poi in mezzora di colloquio saremo stati interrotti dal cellulare almeno cinque volte, è stato veramente fastidioso.
  • È stato un colloquio imbarazzante. 20 anni di esperienza professionale per sentirmi fare delle domande standard da una ragazzina: come mi vedo tra 5 anni e perché l’azienda dovrebbe investire su di me. Ho respirato profondamente e ho dato avvio al colloquio. Miracolosamente ho superato lo step e sono passato al colloquio con il capo il quale mi ha detto che ero stato bravo ma che il giudizio della ragazzina non aveva peso.
  • Un monologo dell’imprenditore: come siamo belli, come siamo bravi, lavorare qui è un privilegio per pochi; insomma per avere il posto avrei dovuto far finta di essere consapevole di non essere all’altezza di cotanta impresa e poi far capire che avrei scalato le montagne per dimostrare che avrei potuto diventarlo mentre qualcuno da dietro poteva pure tirarmi per i pantaloni ma non avrei mollato! Se dobbiamo fare questa recita…recitiamo.
  • Dopo mezzora di attesa, arriva finalmente il momento del colloquio e la persona di fronte a me non aveva praticamente letto nemmeno il mio cv. Mi sono sentito preso in giro, mi hanno detto che il mio cv non era in linea, ma non potevano accorgersene prima?
  • Mi sono candidato come Responsabile amministrativo e mi hanno fatto fare il colloquio con l’impiegata che dovrei poi coordinare.
  • Arrivo nella filiale, dopo aver superato un colloquio di gruppo fatto nella sede principale situata in una grande città. Davanti mi trovo due persone, la responsabile appena trasferitasi da un’altra regione e il capoarea praticamente steso sulla sedia, molto comodo di sicuro ma poco professionale. Ed ecco arrivare l’investitura, sono stato scelto tra dieci persone. Quando chiedo il motivo non me lo sanno dire, descrivono il ruolo a grandi linee. Ascolto con attenzione ma non riesco a capire molto. Chiedo di potere fare qualche domanda, me lo concedono. A tutte la risposta è più o meno la stessa “ Guardi, questo lo vedrà solo quando inizierà il lavoro”.
    Il colloquio è terminato, mi assicurano di farmi sapere qualcosa nel giro di una settimana. Ne passano due, provo a chiamare, la responsabile dell’azienda che avevo incontrato non è in sede. Mi dicono di riprovare. Aspetto un’altra settimana, la chiamo ma nuovamente non la trovo. A questo punto chiedo di potere avere l’indirizzo email, le scrivo. Nessuna risposta. Resto nel limbo (ho già capito che è un No, dirlo?).
  • Ho fatto 3 colloqui in 3 agenzie di somministrazione diverse prima di scoprire che si trattava sempre della stessa posizione e stessa azienda, ogni volta ricominciando da capo e ricevendo informazioni generiche sulla posizione e sull’azienda. Anche il mio tempo ha un valore!

Sono solo alcuni esempi della mancanza di un iter procedurale formalizzato nella gestione dei percorsi di ricerca e selezione che lasciano “l’amaro in bocca” e comunque la sensazione di una gestione a dir poco non attenta delle risorse umane.

La domanda è: se questo è l’inizio, come sarà il seguito qui dentro? E il passaparola intanto è partito.

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