Siamo quasi alla fine dell’anno: tempo di bilanci, di buoni propositi e…di classifiche.
Anche in questo 2020 quest’anno vogliamo tenervi compagnia negli ultimi giorni dell’anno con le nostre Top 10. La nostra recente rassegna stampa ci ha mostrato cosa è accaduto nel mercato del lavoro in questi mesi così particolari; ora andiamo a vedere cosa sta succedendo all’interno delle aziende e, in particolar modo, quali realtà si sono distinte non per i risultati di business ma il buon clima interno e il benessere dei loro dipendenti.

Le aziende più ambite dai lavoratori in Italia sono ai primi posti di “Italy’s Best Employers 2021“, la classifica, stilata dalla piattaforma Statista e da Corriere.it, che individua le migliori aziende in cui lavorare. L’indagine, condotta nei mesi estivi, ha raccolto le opinioni di circa 12mila lavoratori, chiamati a dare voto alla propria azienda – da uno a dieci – e di raccomandare altre realtà. Con una classifica di 400 aziende virtuose, suddivise in oltre 20 settori e aree di business, ci presenta una panoramica sul clima all’interno delle aziende in Italia durante questo 2020.

Il podio delle migliori aziende italiane

È l’olandese Heineken ad aggiudicarsi il primo posto della classifica Italy’s Best Employers 2021, davanti alla Banca d’Italia e a Costa Crociere. Subito fuori dal podio troviamo Microsoft, l’Hilton hotel e la catena di occhialeria Salmoiraghi & Viganò. Al settimo posto, a sorpresa, il gruppo Magna, produttore di componenti per automobili, batte la più conosciuta Ferrari. Chiudono la top 10 l’università di Milano Bicocca, l’azienda farmaceutica Pfizer e la società organizzatrice di viaggi Alpitour.

Al di là della classifica generale, ad un’analisi più attenta dei risultati dell’indagine appare subito come esista una chiara propensione degli italiani verso determinati settori. Scorrendo il posizionamento dei singoli settori nell’elenco generale delle 400 aziende, infatti, emerge una netta preferenza per quello alimentare, che può vantare una Heineken in testa a tutti, ma anche Ferrero, 11esima in classifica, Barilla (23) e Parmalat (24), e per quello del turismo, con ben tre aziende appartenenti a questo ramo di business che rientrano nella top 10 generale.
E se questi sono i settori più amati dai lavoratori italiani, riscontrano molto meno successo l’ambito della consulenza e delle agenzie per il lavoro che, in media, risultano essere meno appetibili rispetto alle realtà produttive. I primi nomi noti nell’ambito delle agenzie per il lavoro compaiono solamente verso la metà della classifica, mentre nessuno dei grandi brand attivi nell’ambito della consulenza aziendale arriva a collocarsi entro le prime duecento posizioni; la prima che troviamo, infatti, è Capgemini, collocata al 247esimo posto, seguita da altre grandi società come PriceWaterCoopers (266), Deloitte (367) e Altran (372).

Fidelizzazione e welfare, ecco il segreto per il benessere dei collaboratori

Al di là del semplice ranking, la domanda da porsi è cosa abbia fatto sì che aziende come Heineken, Banca d’Italia e Costa Crociere potessero aggiudicarsi il podio delle migliori aziende in cui lavorare nella seconda parte del 2020.

Dando uno sguardo alla composizione della top 10, con ben tre realtà che appartengono al settore turistico, appare immediatamente chiaro come l’andamento del business non sia il driver che ha guidato i partecipanti alla survey nella valutazione delle aziende.

Sappiamo infatti come il settore turistico sia stato uno di quelli che maggiormente ha risentito degli effetti delle chiusure e delle limitazioni ma, nonostante, tutto, continua a mantenere un posto preferenziale nel cuore degli italiani. La ragione dietro questa apparente contraddizione risiede nella capacità di questo settore di fidelizzare i propri collaboratori, anche grazie ad una forte politica legata al valore del marchio. Fidelizzazione che, al contrario, non riscontriamo nelle grandi realtà della consulenza, che presentano invece un elevato livello di turnover: queste realtà hanno maggiore difficoltà nel trattenere nel lungo termine i giovani talenti che, dopo un iniziale periodo di formazione, preferiscono continuare il loro percorso professionale all’interno di altre realtà. Questa tendenza non influisce solamente sugli investimenti in termini formativi richiesti per le risorse umane o sul livello di seniority dei collaboratori, ma influenza negativamente anche il clima interno a queste realtà.

Oltre alla fidelizzazione e ai bassi tassi di turnover, anche piani strutturati di welfare e benefit flessibili si rivelano carte vincenti per garantire un maggior benessere dei propri collaboratori. Heineken, infatti, può vantare un piano di welfare aziendale con modalità innovative di fruizione per i proprio collaboratori e di comunicazione interna. Nel colosso olandese delle birre, infatti, ciascun dipendente riceve un Conto Welfare che può gestire online e spendere per l’acquisto di beni o servizi che riguardano salute, benessere, previdenza integrativa e un piano di comunicazione dedicato accompagna in maniera chiara chiunque può beneficiare del welfare dall’inizio alla fine del periodo in cui si usufruisce del Conto. Banca d’Italia, invece, appartenente ad un settore che ha risentito di un calo di fiducia da parte di clienti e collaboratori a seguito della crisi del 2008, riesce a collocarsi al secondo posto della classifica anche grazie ad un piano di flexible benefit, in base al quale ogni lavoratore ha diritto ad un credito individuale che può spendere in servizi per la persona; a questo, poi, si aggiunge un contributo welfare per la famiglia, a seconda del numero e dell’età dei figli.

Questi dati ci confermano ancora una volta come, anche in un anno caratterizzato da cambiamenti forti e inaspettati nel mondo del lavoro e nelle dinamiche aziendali, l’aspetto che influisce di più sul clima interno e di conseguenza sulla reputazione esterna di una realtà rimane comunque l’attenzione alle esigenze e al benessere dei dipendenti. Ancora prima di aspetti core come la sicurezza, la formazione, le opportunità di carriera, solo la capacità di vedere e gestire l’azienda come un insieme di persone, con le loro specificità e necessità dentro e fuori il contesto professionale, permetterà di mantenere un ambiente sereno e un buon clima interno, aspetti che possono far ottenere all’azienda il titolo di Italy’s Best Employer.

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