Tra pochi giorni, per una delle catene distributive più estese del mondo si terrà il momento più importante dell’anno, in cui si gioca la credibilità dell’intero business; no, non stiamo parlando di Amazon, ma della fabbrica di giocattoli di Babbo Natale. Un esempio di un business molto complesso, estremamente frenetico e guidato da un grande leader, riconosciuto e amato in tutto il mondo.

Ma come si può diventare come Babbo Natale?

La risposta non è indossando barba e baffi finti o vestendosi interamente di rosso (o almeno, non solo), ma imparando ad essere punti di riferimento per i clienti (i bambini di tutto il mondo) e per il team interno, un corposissimo staff di elfi senza i quali la produzione di miliardi di giocattoli non sarebbe possibile.

A pensarci bene, essere Babbo Natale non è facile: sempre sorridente e gioviale, il suo ruolo gli impone di trasmettere felicità ed entusiasmo a tutti, superando differenze culturali, di razza e di sesso. In questo clima di perenne serenità, gestisce una delle fabbriche più produttive al mondo e quella che può vantare la distribuzione più capillare del pianeta: e riesce a consegnare tutto in una sola notte, con una pianificazione logistica niente male!

CEO, lavoratore, volto dell’azienda: insomma, Babbo Natale ha sicuramente delle qualità fuori dal comune ma, sebbene sia un personaggio di fantasia (ebbene sì, Babbo Natale non esiste), può essere un esempio interessante da cui prendere spunto per diventare manager migliori.

Ma quali sono i segreti della sua leadership di successo?
Ve li sveliamo tutti in questa top 5 natalizia.

È un ottimo datore di lavoro

Babbo Natale è perfettamente consapevole del valore dei suoi collaboratori, perchè senza gli elfi il suo quartier generale andrebbe facilmente in crisi. Per questo la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro sono una priorità assoluta ed esistono solide politiche che regolano tutti i complessi processi di produzione e distribuzione.

Inoltre, incentiva inclusione e diversità e crea opportunità di lavoro in un luogo molto poco ospitale come la Lapponia, assumendo manodopera in loco. Certo, la piramide gerarchica è piuttosto piatta e non sembrano esserci grandi possibilità di carriera in azienda, ma per il momento questo non sembra essere un problema per gli elfi.
In ogni caso, grazie a queste soluzioni, alla forte etica professionale degli elfi e al loro innato buonumore, l’azienda vanta alcuni dei tassi di coinvolgimento dei dipendenti tra i più alti al mondo.

Ascolta i suoi collaboratori

Sappiamo bene che il feedback è importante e ne è consapevole anche Babbo Natale: per questo, incoraggia costantemente il feedback del proprio staff, cogliendo volentieri nuove idee e spunti per migliorare l’organizzazione interna. Senza ascoltare le opinioni e le necessità dei suoi collaboratori, sarebbe dura far lavorare così duramente gli elfi in un ambiente inospitale come il Polo Nord!
Inoltre, questo contribuisce ad aumentare l’engagement degli elfi e permette di ridurre il tasso di turnover, limitando l’uscita delle risorse e riuscendo ad attirare e trattenere in azienda gli elfi migliori.

Una qualità non da poco, in un mercato del lavoro in cui non è più così facile trovare elfi aiutanti con esperienza pregressa nel settore!

Ha creato un buon clima interno

Di pari passo con il punto di prima, troviamo la capacità di Babbo Natale di creare e mantenere un ambiente di lavoro positivo e incoraggiante, tramite il riconoscimento dell’impegno dei propri collaboratori e all’introduzione di piani di carriera basati sulla meritocrazia, secondo cui gli elfi migliori possono aspirare a diventare responsabili di alcuni reparti di produzione giocattoli.
Inoltre, una particolare attenzione alla fase di selezione e inserimento delle nuove risorse e alle dinamiche interne ai gruppi, ha permesso a Babbo Natale di raggiungere un clima interno molto collaborativo, in cui tutti lavorano insieme per raggiungere l’obiettivo finale. Un elemento fondamentale, in un business in cui tutto si gioca in un unico grande evento annuale.

Come è l’ambiente di lavoro nella tua azienda?
Scoprilo con l’Analisi di Clima.

È il re della pianificazione e dell’organizzazione

Se è vero che Babbo Natale non riuscirebbe a far nulla senza gli elfi, è altrettanto vero il contrario. Senza di lui, gli elfi non riuscirebbero a darsi priorità nella produzione, faticherebbero a rispettare le tempistiche di consegna e in generale perderebbero di efficienza.

Sebbene questo faccia sorgere dei dubbi sull’effettivo grado di autonomia e indipendenza dei suoi collaboratori, è innegabile che Babbo Natale ha saputo spostare l’esercizio del controllo dagli elfi ai processi aziendali. Non dovendo supervisionare le singole persone e il rispetto delle procedure (in questo gli elfi sono dei maestri), si è concentrato sullo sviluppo di piani produttivi precisissimi.

Tutto è organizzato in modo chiaro e trasparente, così che tutti siano a conoscenza dei loro compiti e siano in grado di intercettare eventuali anomalie e segnalarle ai referenti o porvi rimedio (in base al loro grado di autonomia).

Ha un forte senso di responsabilità

L’elemento che davvero contraddistingue un leader è la capacità di prendersi la responsabilità, e Babbo Natale lo sa bene.

Responsabilità innanzitutto nei confronti dei propri clienti, che affidano a lui la loro felicità durante le festività natalizie; in questo senso, responsabilità fa rima con affidabilità e sotto questo aspetto Babbo Natale è davvero imbattibile. Non c’è nessuno puntuale e professionale come lui. Pioggia, imprevisti, problemi con i fornitori, pagamenti in ritardo non hanno importanza: cascasse il mondo, nella notte tra il 24 e il 25 gennaio, Babbo Natale porta a termine il suo compito con la consegna dei regali nelle case di ogni bambino.

Ma la responsabilità non si manifesta solo nei confronti dei propri clienti. Anche all’interno dell’organizzazione, Babbo Natale presta molta attenzione alle performance sue e a quelle degli elfi, analizzandole con attenzione e indicendo riunioni periodiche per aggiornarli sull’andamento della produzione. Questo permette un confronto aperto in cui anche l’imprenditore si mette in gioco, che aiuta lo sviluppo professionale e permette di stringere rapporti di fiducia tra capo e collaboratori.

Solo assumendosi la responsabilità dei propri risultati e analizzando con onestà e trasparenza i punti di forza e gli spazi di miglioramento propri e degli altri si può continuare a crescere.

 

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