Stiamo vivendo profondi cambiamenti nel mondo del lavoro, non solo a causa della recente pandemia che ci ha costretti, in poche settimane, a rivedere completamente le nostre abitudini e l’organizzazione aziendale, ma anche per un’evoluzione tecnologica che corre sempre più veloce e che comporterà, nei prossimi anni, una presenza sempre più massiccia di robot e intelligenza artificiale all’interno dei processi produttivi. Non risultano più così tanto irrealistici gli scenari presentati in prodotti di fantascienza come il film “Io Robot” o nel più recente videogame “Detroit Become Human”, in cui robot e androidi venivano integrati nella vita quotidiana per svolgere lavori a minor valore aggiunto. E se risulta ancora lontana la prospettiva di vedere robot umanoidi camminare per le strade, è decisamente più attuale la situazione in cui, nella ricerca del prossimo lavoro, potremmo trovarci a competere non solo con professionisti “umani” qualificati per quel ruolo, ma anche con robot, algoritmi, AI programmati per assolvere agli stessi compiti, spesso con un risparmio in termini di tempi e costi.
In questo scenario, risulta più che mai fondamentale investire su se stessi e imparare ad emergere nel mondo del lavoro: se da un lato è importante mantenersi aggiornati con corsi di formazione e seminari di approfondimento, dall’altra parte occorre anche che gli altri vengano a sapere quanto stiamo investendo su noi stessi, che conoscano quali sono le nostre competenze, che apprezzino i nostri punti di forza e le nostre peculiarità. In definitiva, che riconoscano il nostro “brand”.
Da qui deriva l’importanza di investire sul proprio personal branding, strategia che ci permette di far emergere la nostra voce al di sopra del rumore di fondo fatto di miliardi di tweet, post, status. Una parte consistente del personal branding scorre sulle piattaforme social, oggi sempre di più viste non come spazio virtuale di aggregazione, ma come vetrine attraverso cui diffondere il proprio messaggio unico e mostrare la propria identità. Come riporta DataMediaHub, in questi ultimi anni i social sono diventati sempre meno “sociali”. Diminuiscono infatti le motivazioni legate allo stare in contatto con amici e conoscenti, mentre crescono coloro che li usano per seguire celebrities e per ricercare prodotti ma soprattutto per fare networking e creare contatti a fini strettamente professionali.
Scopri di più sugli utilizzi dei social network nel mondo del lavoro leggendo
“Non solo LinkedIn: Facebook e Twitter come strumenti di selezione”
Personal Branding: un gioco da Millennials
In particolare sono i lavoratori più giovani, appartenenti alla Generazione Z (nati dal 1997 fino al 2010) o i Millennials (nati fra i primi anni Ottanta e la fine degli anni Novanta), ad abbracciare in maniera più naturale questa prospettiva e quindi a trasformare i social network da spazi personali a vetrine professionali. Questi giovani lavoratori sono infatti nati e cresciuti immersi in un contesto altamente tecnologico, con facili accessi alla rete internet, c, con l’abitudine di avere sempre a portata di mano smartphone e tablet che sono diventati parte integrante del loro sviluppo e con la possibilità di mostrarsi (nell’accezione più ampia anche di “mettersi in mostra”) sul web a volte dalla tenera età.
Sono nati e cresciuti in un mondo in cui la tecnologia ha reso i brand più umani e le persone più simili ai brand.
Hanno per questo sviluppato naturalmente la capacità di porsi sul web al pari di un marchio; un marchio con nome e cognome, certo, ma che sviluppa una strategia di “marketing personale” basata sulla produzione di contenuti in grado di comunicare i propri valori, punti di forza e la propria unicità e che quindi aumenta le proprie chance di essere trovati e scelti nel mondo del lavoro.
Il panorama attuale ci mostra quindi più della metà della forza lavoro mondiale, rappresentata da Millennials e Gen X, familiare ai concetti di personal branding e all’utilizzo dei social a fini professionali (KPMG, 2017), che si contrappone ad una fetta di professionisti più senior in possesso di un grosso bagaglio di competenze tecniche e trasversali frutto di anni di esperienza, ma che spesso riscontrano maggiori difficoltà nel delineare una propria strategia di personal branding e nel comunicare questi loro punti di forza in modo adeguato perchè siano rintracciabili da Recruiter e Head-Hunter.
Nel nostro lavoro di selezionatori, ci capita spesso di notare questa differenza generazionale: da un lato troviamo professionisti giovani, con una forte presenza sui canali digitali che, non di rado, diffondono il proprio messaggio anche attraverso canali proprietari, come blog, siti internet, canali YouTube. Dall’altro lato notiamo sempre di più professionisti strutturati che potrebbero portare un grande valore aggiunto in azienda ma che non utilizzano le risorse del web per comunicarlo. Ci troviamo quindi di fronte a profili LinkedIn incompleti o non aggiornati, curriculum di difficile consultazione e comprensione perché eccessivamente prolissi o troppo sintetici o a pagine Facebook che, erroneamente considerato un social network ad uso esclusivamente personale, mostrano un’immagine della persona non coerente con la sua professionalità.
È proprio per supportare questi professionisti più senior nella ricerca di un lavoro o nella valorizzazione della loro immagine professionale che abbiamo pensato a un percorso formativo specifico, per aiutarli a strutturare una propria strategia di personal branding. Attraverso quattro moduli, ciascuno che approfondisce un elemento specifico del personal branding, sarà possibile fare un percorso che parte dall’analisi dei tratti distintivi e delle caratteristiche individuali e arriva fino alla condivisione di strategie utili per fare una buona impressione al colloquio di lavoro e alle strategie per proporsi attivamente alle aziende, passando per la valutazione e la revisione dei profili social per migliorare la propria web reputation. In questi incontri, verranno condivisi strumenti, tecniche e best practice utili a migliorare la propria presenza online e a gestire, modellare e divulgare in maniera più consapevole un’immagine professionale coerente con i propri valori e in grado di mostrare la propria identità.
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