F-E-R-I-E
Riviera romagnola, 34 gradi, stessa spiaggia stesso mare.

In questo momento sono sdraiata sotto l’ombrellone, con un’abbronzatura in stato di avanzamento e i miei immancabili occhiali da sole a lente scura, quelli più adatti per impersonificare il ruolo di spia marittima. Sono in uno stato di pace interiore spontanea, quando all’improvviso la quiete viene interrotta da un coretto da passerella guidato da una ragazza: “Andiamo in riva a fare il gioco caramella!”. Il disappunto è istantaneo. Per fortuna sono una persona che tende alla pace nel mondo, così decido di lasciare correre e concentrare le mie attenzioni su chi disturba il mio relax.

“La Terry”, così la chiamano tutti. È un’animatrice assunta per la stagione estiva da un family Hotel; l’obiettivo di questi animatori (circa 6 in totale), è quello di intrattenere tanto i bambini quanto gli adulti in modo da creare un clima di coinvolgimento e divertimento generale. La Terry è una ragazza solare ed espansiva, ha una grinta da paura, è motivante, improvvisa e fa gruppo. Dalle 9.00 alle 17.00 impiega tutte le sue energie per intrattenere e fare divertire orde di bambini scalpitanti. Lei e gli altri animatori tutte le sere pianificano balli di gruppo, giochi a premi in riva al mare, sport di squadra nel campo da beachvolley, raduni creativi nella zona bar. Insomma questi animatori hanno proprio un bel da fare.

Incuriosita e in parte anche ammirata da queste mine vaganti di animatori, decido di avvicinarmi alla Terry per farci due chiacchiere. Lei ha 23 anni studia Scienze della comunicazione all’università di Pesaro, tuttavia ha deciso di trovare un lavoretto stagionale per guadagnare qualche soldo in modo da pagarsi una stanza in affitto. A seguito di questa breve parentesi di dialogo iniziano a partirmi una serie di pensieri, che convergono in un’unica direzione: ogni esperienza di lavoro serve. Forse la Terry non ne è pienamente consapevole, ma terminata la stagione al mare non si porterà a casa solo una bella abbronzatura e due soldi in tasca, ma molto di più.

Per come la vedo io, e per come la vedo io da Recruiter ogni esperienza di lavoro ti lascia qualcosa, un insegnamento che nel tempo si sviluppa fino a tradursi in comportamento automatico. Quest’ultimo se potenziato diventa una vera e propria competenza.

Lavorare è sempre e comunque una grande palestra, perché devi improvvisarti equilibrista fra un ruolo nella società e te stesso. Prima cominci a fare l’equilibrista e prima trovi l’equilibrio.

Come può un’esperienza da animatore fare la differenza?

Banalmente un lavoro come questo ti insegna a interagire con persone di età diverse, a mediare fra diverse persone (bambini, genitori, bagnini, anziani), ti incentiva al lavoro di squadra e al planning giornaliero delle attività. Può sembrare scontato ma si acquisiscono delle skills che potrebbe risultare importanti e portanti per un lavoro futuro, skills che spesso vengono fuori nel momento di incontro-scontro fra noi stessi, noi versione lavoratori e noi nel rapporto con gli altri.

Un’esperienza di lavoro, piccola o grande che sia, tira fuori qualcosa di noi, qualcosa che è importante lasciare emergere e poi analizzare per capire chi siamo e chi vogliamo diventare.

Non tutti ci riescono ma provarci è fondamentale.

Chissà se la Terry troverà la sua strada?
Chissà se me la troverò come candidata in una qualche selezione fra 2-3 anni?

Domande e filosofie da ombrellone a parte…
Al termine di questo pomeriggio mi sono resa conto che se un Recruiter va al mare e inizia a pensare al potenziale di un’animatrice turistica del proprio bagno, per godersi le ferie dovrebbe auto-esiliarsi su un’isola deserta priva di stimoli umani da analizzare.
Pazzia o passione? A voi la scelta.

Intanto vi auguro di continuare a potenziare le vostre skills in vacanza!
Buona estate.

Post correlati

Nessun commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Share This

Share this post with your friends!