Durante l’evento “Selezione a Gravità Zero” si alterneranno sul palco quattro relatori che approfondiranno diverse tematiche relative alle risorse umane e alla selezione del personale, con un focus sul cambiamento nel rapporto tra aziende e candidati.

Nella sua intervista, Silvia Zanella ci ha già svelato qualche dettaglio in più sul suo intervento “Personal and Employer Branding”. Questa volta vi parliamo del secondo protagonista del workshop, David Bevilacqua: dal 2016 Co-Founder di Yoroi, azienda italiana che si occupa di cyber security,  David ha trascorso 20 anni in Cisco, dove ha assunto incarichi di crescente importanza, fino a diventare CEO per l’Italia e responsabile per l’area Sud Europa. Oggi ricopre inoltre diversi ruoli di responsabilità come quello di Senior Advisor di Jakala e Engie, quello di membro del board e Vice Presidente di Stanford Club Alumni Italia, quello di socio sostenitore e membro del consiglio direttivo di Action Aid Italia. Nel suo percorso si è contraddistinto per la sua tendenza all’innovazione continua, al contributo che ha dato allo sviluppo dell’economia e per la continua capacità di reinventarsi, tanto da ottenere, nel 2011, il “Premio Eccellenza” e da essere inserito, nel 2015, tra i “Leaders of Italian Innovation Renaissance“.

L’11 ottobre David ci parlerà delle “Nuove Generazioni di Lavoratori“, guidandoci alla scoperta delle caratteristiche dei giovani che sono da poco entrati nel mondo del lavoro o che si apprestano a farlo e approfondendo quali sono le aspettative, i valori e le necessità che li motivano nelle loro prime esperienze professionali.
Abbiamo intervistato David per approfondire i retroscena dell’intervento. Nelle sue risposte, ci ha parlato dei giovani, tema del suo speech, ma anche del suo percorso professionale e del suo rapporto con questa nuova fascia di lavoratori.

Nel tuo intervento ci parlerai dei giovani: perché hai scelto questo tema?

Perchè ritengo oggi si via un paradosso: da un lato chi li ritiene, pigri, viziati, superficiali e mammoni, “choosy”. Dall’altra una retorica, soprattutto nel mondo delle multinazionali del mondo digitale, che invece vive una fase di “giovanilismo” del tutto improprio ed ingiustificato.

Nella tua esperienza, come ti sei rapportato con questa nuova fascia di lavoratori?

È cambiata negli anni in funzione delle diverse generazioni ma sempre in una posizione di ascolto e di comprensione del loro mondo per capirne le dinamiche di ingaggio e motivazionali. Cerchiamo i ragazzi più promettenti e ad alto potenziale, li assumiamo e investiamo per formarli; non possiamo poi pensare di inserirli in contesti culturali e processi aziendali che non permettono di inserirli, ingaggiarli  e valorizzarli al massimo delle loro potenzialità.

Le tue scelte professionali e la tua storia ci dicono che per te è importante ritrovare nel lavoro obiettivi e valori coerenti con il proprio percorso di vita e che questo comporta fare scelte anche difficili. Ma quanto ritieni che questo sia diffuso? Ci porterai esempi?

Non so quanto sia diffuso ma credo sia fondamentale trovare nel lavoro equilibrio e una forte aderenza con i propri valori per poter essere se stessi e non dover interpretare una parte.

Bisogna trovare significato in ciò che facciamo, in come lo facciamo e in perché lo facciamo.

Trovare un scopo nel nostro lavoro ci permette di andare oltre il puro rapporto economico e di prestazione per l’azienda per cui lavoriamo, in questo caso riusciremo ad avere un ingaggio non solo intellettuale ma anche emozionale, ed è solo quando queste due componenti si incontrano che siamo in grado di produrre prestazioni al di sopra della media e a trovare piena gratificazione.

 

Per saperne di più sull’evento “Selezione a Gravità Zero”, scrivi a info@scrconsulenza.it

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