A gennaio 2020, in tempi non sospetti, scrivemmo un articolo con l’obiettivo di fotografare il mercato del lavoro e i trend che avrebbero caratterizzato l’anno appena iniziato. I dati raccolti erano incoraggianti e lasciavano trasparire il consolidarsi di un andamento positivo piuttosto stabile.

Come sempre gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo.

Rimettiamo le lancette indietro…

La giornata era iniziata come tutte le altre. Ci siamo svegliati come le altre mattine, abbiamo fatto colazione, dato da mangiare al cane, abbiamo ascoltato distrattamente le notizie mentre il “virus cinese” continuava a minacciare la nostra vita quotidiana.

Poi, però, mentre stavamo chiudendo la borsa e scendendo a prendere l’auto in garage per andare a lavoro, abbiamo ricevuto quella telefonata che ci diceva che, per quel giorno, l’azienda restava momentaneamnete chiusa e che avremmo dovuto lavorare da casa. Si trattava di una misura si sicurezza per capire bene cosa stava succedendo là fuori e, dopo aver parlato con l’avvocato, il commercialista, il consulente del lavoro, il cliente (…), ci saremmo ritrovati il giorno dopo, “stessa spiaggia, stesso mare”.

Ma non è andata esattamente così.

Marzo 2020 segna l’inizio di uno dei periodi più difficili di cui abbia memoria. L’arrivo del virus Covid-19 e la conseguente pandemia hanno drammaticamente scosso le sfere lavorative, sociali ed economiche incrinandole profondamente e lasciando entrare nell’animo di tutti una cascata di insicurezza e smarrimento d’orizzonte. E se oggi andiamo a vedere gli stessi dati analizzati quasi un anno fa, scopriamo immediatamente che le cose sono andate in maniera molto diversa da come ci saremmo aspettati.
L’istat comunica che ad aprile 2020, dopo un mese di serrata, c’è stato un calo di occupati rispetto al mese precedente di 274mila unità e parallelamente a questo dato aumentano di 746mila unità gli inattivi (ovvero chi non lavora, né cerca un’occupazione). Un segnale forte che ha richiesto da parte di alcuni settori una riorganizzazione dei propri modelli di lavoro. Dalla presa di coscienza della situazione al primo lockdown duro, è passato un tempo troppo breve per permettere al tessuto sociale ed economico di adeguarsi al cambiamento ed è che così che di punto in bianco ci siamo trovati a casa, spaventati, arrabbiati e con un grande interrogativo per il domani.

Non tutto però è stato negativo: grazie alla capacità imprenditoriale e alla prontezza di far fronte ai cambiamenti in atto nella società, molte aziende sono riuscite a fare di difficoltà virtù. Scopriamo quali.

Aziende virtuose e mercati in ascesa nel 2020

Sono molte le realtà che sono state in grado di adeguarsi al cambiamento in maniera repentina: da un lato questo ha permesso di dare respiro ad un business che, impossibilitato a fornire i propri prodotti/servizi così come erano, rischiava di andare in difficoltà e ha inoltre aiutato moltissimo la società, sopperendo alle mancanze di prodotti necessari per affrontare il momento delicato.

Axepta riporta una top 10 di aziende che hanno avuto la capacità di reinventarsi: tra i nomi più noti, troviamo FCA e Ferrari, con la loro produzione di valvole per respiratori; Ramazzotti, che ha riutilizzato le basi alcoliche tipiche del liquore per la produzione di gel disinfettanti, o aziende del settore fashion come Prada, Calzedonia o GDA Officina Tessile che sono passate dal confezionare abiti di lusso al creare mascherine anticovid in TNT.

Ma non parliamo solo di riorganizzazione di impianti produttivi, anche il settore dei servizi ha visto che realtà note si sono reinventate nel periodo del primo lockdown; Jojob, ad esempio, leader nel car pooling aziendale, ha applicato le competenze nella gestione di servizi online nella creazione di una piattaforma in grado di quantificare per ambiente, economia e socialità gli effetti positivi dello Smart Working. WeTaxi Delivery ha invece fatto fede al “delivery” all’interno del suo nome utilizzando i taxi, ormai fermi, per consegnare a domicilio la spesa o beni di prima necessità.

Questa capacità di adeguarsi alla situazione e di rispondere prontamente al cambiamento delle richieste del mercato ha reso, in parte, meno duro il colpo della pandemia e ha confermato chiaramente come la proattività e la tendenza al cambiamento siano elementi fondamentali per la sopravvivenza di un business non solo da un punto di vista puramente economico ma anche etico.

Parallelamente alcuni settori hanno avuto un’impennata di attività. Come è facile supporre, è il settore farmaceutico ad avere ottenuto i risultati migliori, con le prospettive di una crescita annuale del 4,2% (rapporto Analisi Intesa San Paolo e Prometeia). Allo stesso modo il comparto alimentare legato alla Grande Distribuzione segna un balzo in avanti del 5,8%. Anche se più in generale altri settori, specialmente quello legato al Turismo e all’organizzazione di eventi, sono stati costretti a mettersi al riparo e trovare strategie per “congelare” spese e investimenti.

Ma non è tutto fatturato ciò che conta.

Molte realtà hanno accelerato processi di digitalizzazione e welfare per permettere ai dipendenti una maggior flessibilità lavorativa. Una recente indagine effettuata dall’AIDP (Associazione Italiana dei Direttori del Personale) che ha intervistato aziende e dipendenti, ha rilevato che il 68% del campione indagato proseguirà attività di smart-working o flessibilità lavorativa anche nel 2021. Tra i vantaggi maggiormente riscontrati dai dipendenti vi è un miglioramento del work-life balance (64%), un risparmio di tempi e costi legato agli spostamenti (69%) e un aumento delle responsabilità individuali (46%).

Non è tutto oro quello che luccica perché l’alterazione delle relazioni sociali, la mancanza di separazione tra ambiente domestico e lavorativo e il rischio di sovraccarico di lavoro, sono sempre dietro l’angolo. Sono proprio questi i punti nevralgici dell’anno che verrà.

Per il 2021 si prospetta in forte spinta per rilanciare il nostro tessuto sociale ed economico duramente provato dai mesi passati.
Ci faremo trovare preparati… ma stavolta non facciamo previsioni.

Rileggiamo con occhio nuovo le notizie a cui non avevamo prestato attenzione quella mattina…

[continua…]

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