Prendete un paragrafo di un libro. Un paragrafo di quelli lunghi, con virgole, punti e virgola, incisi e frasi secondarie. Nonostante la complessità della sua struttura grammaticale, risulta perfettamente comprensibile. Ora, però, togliete tutti i segni di punteggiatura da quel paragrafo, che diventa così un unico, lungo blocco di testo senza segni di interpunzione. Non è più così leggibile, giusto?

Se trasliamo questo esempio nel contesto organizzativo, possiamo considerare il paragrafo, lungo, complesso, perfino contorto, come il clima organizzativo interno ad un’azienda. La punteggiatura è rappresentata invece dall’analisi di clima, strumento fondamentale per poterlo leggere e comprenderne il significato.

Ma andiamo con ordine.

Che cos’è il clima organizzativo

Il concetto di “clima organizzativo” non è nuovo nella psicologia del lavoro. Nato intorno agli anni ’60, è stato oggetto di numerosi studi che analizzavano in che modo gli aspetti immateriali, la soggettività e i fattori psicologici influenzassero l’organizzazione.

Ad oggi, definiamo “clima organizzativo” la percezione delle persone rispetto al loro ambiente di lavoro.

Anche la scelta del termine “clima“, per indicare questo costrutto, non è affatto casuale. Gli studiosi Azzarini, Bassini e Novello nel loro testo del 2009 “Ma che freddo fa”, indicano come similitudini o metafore meteorologiche siano già consolidate negli ambienti organizzativi e aiutino a definirli: “che aria pesante che c’è stamattina” o anche “un capo che freddo come il ghiaccio” o ancora “autunno caldo”.

Negli ultimi anni, il concetto di clima organizzativo è stato oggetto di sempre maggiore attenzione da parte di studiosi, imprenditori e manager per il suo forte collegamento con aspetti che impattano direttamente sulle prestazioni nelle organizzazioni.Secondo il report dell’European Agency for Safety and Health at Work (2014), le aziende che non prestano attenzione al clima aziendale presentano il 49% in più del tasso di incidenti ed errori sul posto di lavoro, mentre realtà con condizioni di scarso benessere organizzativo hanno un aumento del tasso di assenteismo del 37%.

Secondo il report dell’European Agency for Safety and Health at Work (2014), le aziende che non prestano attenzione al clima aziendale presentano il 49% in più del tasso di incidenti ed errori sul posto di lavoro, mentre realtà con condizioni di scarso benessere organizzativo hanno un aumento del tasso di assenteismo del 37%. Un clima aziendale negativo è inoltre una delle cause dirette dello stress lavoro-correlato, che colpisce il 27% dei lavoratori, con conseguenze negative sulla salute personale e sulle performance in azienda.

Per evitare il manifestarsi di queste conseguenze, è fondamentale monitorare periodicamente il clima all’interno dell’azienda, per “leggere” correttamente in che modo i collaboratori percepiscono l’organizzazione e conoscere così il benessere organizzativo e il livello di soddisfazione generale.

Analisi di clima: lo strumento per “leggere” il benessere in azienda

Il quadro normativo attualmente in vigore, costituito dal d.lgs. 81/2008 e s.m.i., obbliga i datori di lavoro a valutare periodicamente il rischio stress lavoro-correlato al pari di tutti gli altri rischi e mette a disposizione la checklist fornita dall’INAIL per la rilevazione di condizioni di stress.

Approfondisci l’argomento leggendo “Ripresa e stress lavoro-correlato: l’importanza della prevenzione”

Questo metodo prevede la compilazione di una “lista di controllo“, con domande su diversi elementi dell’organizzazione aziendale. Qualora questa prima indagine mettesse in luce condizioni di forte rischio, il titolare è tenuto a procedere con un secondo approfondimento, al fine di individuare le cause del malessere e mettere così in atto delle misure correttive.

Questo processo, sebbene comunque utile per evidenziare situazioni di difficoltà in azienda, ha però il limite di mettere in luce e stimolare all’approfondimento solo nel caso di condizioni di forte disagio a carico dell’intera organizzazione. I “segnali deboli” rischiano così di essere nascosti, di non ricevere un approfondimento specifico, con il pericolo di passare da un campanello d’allarme ad una situazione con conseguenze negative a carico dell’organizzazione.

È un po’ come saltare i capitoli di un libro che non ci sono di facile comprensione, salvo poi arrivare al termine del volume senza riuscire a comprendere il finale.

Analizzare il clima aziendale nel suo complesso permette invece di avere una visione più chiara dell’organizzazione. Attraverso l’impiego di strumenti diversi, quali interviste individuali, focus group e questionari di rilevazione, l’analisi di clima è in grado di fornire un’immagine completa del livello di benessere e motivazione lavorativa in azienda, mettendo in luce i punti di forza e le aree di miglioramento nel rapporto tra le persone e l’organizzazione. Questo permette di individuare situazioni di rischio ancora in fase embrionale e intervenire in ottica preventiva per scongiurare conseguenze più serie a carico dell’organizzazione e delle persone che ne fanno parte. Non solo quindi l’analisi di clima è la soluzione migliore per approfondire quei segnali di malessere ancora poco chiari, ma è anche un potente strumento di prevenzione, che permette di evitare ben il 62% delle criticità aziendali (European Agency for Safety and Health at Work, 2014).

Per tornare alla nostra metafora “grammaticale”, un’analisi di clima permette inoltre di capire quali sono le virgole da spostare nella grammatica organizzativa per fare per far in modo che il significato della frase cambi.

Grazie al risultato dell’analisi organizzativa, infatti, il management possiede strumenti per costruire un efficace piano di intervento (formazione, riorganizzazione, comunicazione, ecc.) per migliorare le aree di criticità individuate, rafforzare i punti cardine dell’azienda ed aumentare il senso di appartenenza dei lavoratori, rendendoli consapevoli degli elementi che costituiscono l’identità aziendale e  facendoli sentire direttamente parte del processo di innovazione.

Tutto questo porta ad una diminuzione dei costi aziendali, grazie ad una riduzione dei tassi di turnover, assenteismo, errori ed incidenti sul posto di lavoro, oltre che alla messa in atto di attività mirate di prevenzione delle inefficienze; inoltre produce maggiori ricavi per l’azienda, dovuti ad un aumento medio della produttività del 13%, con dipendenti più felici che riescono a sfruttare meglio il loro tempo al lavoro.

In sintesi, grazie all’analisi di clima è possibile rimettere ordine nella sintassi dell’organizzazione, individuare quali segni di interpunzione vanno cambiati per migliorare il significato complessivo e arrivare ad una lettura chiara e scorrevole del complesso libro che è l’organizzazione interna.

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