Quanto conta la passione nel lavoro? Poche aziende inseriscono la parola “passione” tra i requisiti professionali del profilo vacante per il quale ha chiesto a noi di trovare la persona adatta, ma questa caratteristica si avvicina ad altre che invece andiamo ad indagare in un percorso selettivo: la motivazione nei confronti della posizione, l’orientamento al risultato, la proattività. Tutti elementi riconducibili al sostantivo “passione”, che l’azienda ci chiede di valutare e che sappiamo costituire un valore aggiunto nei candidati che andiamo a selezionare.
Come società di consulenza che punta sulla qualità del processo selettivo, sia nei confronti dei candidati che dell’azienda cliente, nella giornata più romantica dell’anno vogliamo spendere qualche parola sulla passione nel lavoro e su come quest’ultima si rende manifesta ed efficace.
“La Ricreazione è finita”: un interessante spunto per parlare di passione per il lavoro
Iniziamo ad approfondire il tema della passione nel lavoro co con il supporto di “La ricreazione è finita” un libro di Roger Abravanel e Luca D’Agnese, due dei nomi più importanti all’interno della società di consulenza americana McKinsey. Pur prevalentemente destinato ad un pubblico giovane, che si affaccia al percorso universitario o lavorativo, il libro contiene spunti utili anche a un lavoratore di qualsivoglia fascia d’età, per la lettura dei cambiamenti del mondo del lavoro ed il confronto con le esigenze delle aziende e le aspettative da esse nutrite nei confronti dei candidati.
All’interno del capitolo destinato ai cambiamenti emergenti sul tema leadership, trova posto un paragrafo, appunto, sulla passione.
Prima dei due autori citati, fu Steve Jobs a ricordare, nel celebre discorso a Stanford, che l’unico modo di fare un bel lavoro è amare quello che si fa.
Abravanel e D’Agnese sembrano dare qualche spunto ulteriore sul tema, ovvero: come si fa a riscontrare in una persona questa dedizione?
Secondo gli autori, si ha veramente passione quando:
- Si accettano anche i lati noiosi e frustranti del lavoro;
- Ci si sente i migliori svolgendo quell’attività o interpretando quel ruolo;
- Si vuole lavorare sempre meglio e si misurano i progressi;
- Oltre allo spirito di sacrificio, necessario per migliorarsi sempre, si adotta una profonda etica del lavoro.
Come dimostrare di avere passione durante un colloquio
Invitiamo i lettori e le lettrici a prender nota dei quattro punti di cui sopra e leggerli rispetto al proprio modo di lavorare così che possano diventare elementi di riflessione da portare al proprio interlocutore quando si valuta un cambiamento lavorativo.
Per trasmettere passione per il vostro lavoro in sede di colloquio, potete provare a dare risposta alle seguenti domande:
- Come affronto gli aspetti più tediosi e difficili del lavoro? Nel lavoro di difficile non ci sono solo sfide, ma anche ostacoli.
- Come mi sento quando porto a termine il mio lavoro?
- Ho cercato di migliorare i miei risultati? Posso darne un dato, una prova, al recruiter?
- Nel quotidiano trovo scorciatoie che dovrei evitare? Voglio sempre fornire un lavoro di qualità al mio cliente/utente/responsabile?
In questo modo capirete non solo se il lavoro che fate vi appassiona (e se non è così, si potrebbe aprire uno stimolante ragionamento sulla carriera che avrete intrapreso), ma soprattutto sarete preparati a trasmettere la passione per il vostro lavoro, elemento che potrebbe permettervi di distinguervi tra gli altri candidati e che potrebbe portare un valore aggiunto non solo nel percorso selettivo ma anche nel vostro lavoro di tutti i giorni.
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